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Vincere la paura di parlare una lingua straniera
Parlare una lingua straniera genera in molte persone una paura enorme: paura di essere derisi, paura di sbagliare e di non essere compresi. Tutti stati d’animo che ti rendono impossibile qualsiasi relazione e ti fanno sentire a disagio.
Ma perché te ne sto parlando?
Mi chiamo Anna Ferretti, e sono la titolare di Itinere, un’azienda che si occupa di formazione, principalmente di tipo linguistico. Mi occupo di vendere corsi di lingue.
Per fare bene il mio lavoro mi trovo a dover interagire molto spesso con docenti madrelingua che non conoscono bene la lingua italiana. Specialmente quelli di lingua anglofona capita che non padroneggino bene la mia lingua madre.
Dovendo interagire con loro, quindi, è indispensabile per me parlare la loro lingua.
Ma io ho paura di parlare inglese.
Si, ho paura perché l’ho studiato a scuola, come la maggior parte di noi, ma non mi sono mai preoccupata di approfondirlo e tenerlo allenato. Io ho dovuto superare la paura di parlare una lingua straniera. Ti racconto come.
Parlare una lingua straniera in pubblico: perché è difficile?
Padroneggiare bene una lingua è un compito davvero impegnativo.
Pensa al percorso di apprendimento della tua lingua madre: per i primi 12 mesi della tua vita (anzi, in realtà anche di più, perché già nella vita intrauterina si percepiscono i suoni e il ritmo delle parole) sei stato letteralmente immerso in un contesto nel quale ogni giorno ricevevi una quantità di stimoli linguistici impressionate.
Più o meno dai 12 mesi in avanti hai fatto qualche buffo tentativo di ripetere quei suoni e tutti gli adulti attorno a te ti hanno sorriso, incoraggiato, e sostenuto, nessuno si è mai sognato lontanamente di prenderti in giro perché non riuscivi a pronunciare bene una parola.
Crescendo hai iniziato a “storpiare” le prime paroline e anche in questo caso gli adulti attorno a te ti hanno letteralmente “adorato” per la tenerezza che facevi, e così via fino a che non sei diventato naturalmente capace di costruire frasi di senso compiuto e anche grammaticalmente corrette senza che nessuno si sia mai messo a fare nemmeno un minuto di grammatica con te.
Ci avevi mai riflettuto su quanto tempo e quante energie ti ci sono volute per imparare la tua lingua madre?
Ebbene sì, non te lo ricordi ma sei stato davvero grande, hai fatto un ottimo lavoro!
Purtroppo succede solo con la propria lingua madre, per tutte le altre questa fatica ce la dobbiamo “smazzare” tutta da soli, e non è l’unica cosa difficile: per fare questo percorso partiamo da conoscenze consolidate che sono completamente diverse.
Esatto, hai capito bene dove volevo andare a parare: imparare un’altra lingua non è un compito semplice. Coinvolge davvero tante competenze, e proprio per questo è assolutamente naturale avere paura di sbagliare.
Dovrai: imparare un numero sufficiente di vocaboli, conoscere le regole grammaticali, saperle applicare, conoscere la pronuncia corretta e anche il corretto uso comune di certe espressioni.
Parlare una lingua straniera in pubblico: tutte le volte chi mi ha creato imbarazzo
Nella mia settimana tipo, attualmente, io mi ricavo almeno 2 ore per studiare l’inglese con un docente. Perché lo faccio? Beh, perché so che da sola non ne caverei un ragno dal buco. Ormai è troppo tempo che sono lontana dai banchi di scuola e non riesco a studiare come un tempo quando sapevo organizzarmi il carico in modo funzionale.
Due volte a settimana è un calendario molto impegnativo, non è facile incastrare con tutti gli impegni della settimana (considerando la scuola, i compiti e le attività extra per altri tre esserini oltre a me… : /).
Sai perché riesco a farlo? Perché ho una motivazione davvero forte.
Ogni volta che mi viene la tentazione di rimandare la lezione o di trovare una scusa per non impegnarmi in questo proposito penso a tutte quelle volte nelle quali mi sono trovata a formulare frasi lunghe non meno di 5 minuti con più “hem….” che vocaboli.
Considerando che il 60% dei miei insegnanti sono inglesi ti lascio immaginare quante di quelle volte mi sono trovata a riempire di pause una frase o a dover indovinare il contenuto di una frase o peggio ancora di una richiesta.
Oppure quante volte in un colloquio di lavoro mi sono trovata a non essere in grado di esprimere un concetto e quindi a dover chiedere al mio interlocutore la possibilità di spiegare tutto via mail in un secondo momento…è terribile. Ti senti impotente, incapace e in difetto.
Una sensazione emotiva bruttissima che, per me, spesso si accompagna con una situazione fisica altrettanto debilitante: sudore, balbettio, a volte tremore…
Se ti sei trovato in questa situazione puoi capire bene.
Eppure questo è il mio lavoro: quindi una soluzione sono stata costretta a cercarla.
Come vincere la paura di parlare un’altra lingua
Va bene, fino ad ora non ci siamo concentrati molto su come vincere la paura di parlare in pubblico, lo so.
Abbiamo visto la parte peggiore, ma non c’è solo questa! Come ti dicevo io ero obbligata a trovare una soluzione. In questo la mia determinazione (che a volte si trasforma in testardaggine) mi ha aiutato molto.
La paura si scaccia in due modi:
- Lavorando sul tuo mindset
- Migliorando la tua conoscenza della lingua
Partiamo dal Mindset
Se consideriamo l’inglese ci sono alcune considerazioni che a volte ci dimentichiamo di fare:
- Innanzitutto, a meno di non avere avuto la fortuna di avere un genitore anglofono e quindi di essere madrelingua anche noi: partiamo tutti dallo stesso punto l’italiano è una lingua latina mentre l’inglese è una lingua germanica.
- L’inglese è la lingua più parlata al mondo, ogni popolazione lo parla con il proprio accento: dall’americano al sudafricano, dall’indiano al cinese, quindi nessuno ti chiede per forza di parlare con l’accento “British”, soprattutto all’inizio puoi parlare cercando di curare al massimo la pronuncia ma con il tuo accento.
- C’è una differenza abissale tra: farsi capire e parlare un inglese perfetto. All’inizio ti consiglio di concentrarti sul contenuto. Cerca di semplificare al massimo il concetto che desideri comunicare, nella comunicazione è sempre la cosa più importante. La forma si può sistemare in seguito
- Questo è un segreto che condivido super volentieri: soprattutto ai madrelingua inglese non interessa assolutamente nulla degli errori che fai. Sembra strano ma ti assicuro che è così: siamo noi italiani che diamo un peso drammatico a un verbo messo al presente anzichè al congiuntivo.
Migliora la conoscenza della lingua
Oggi ne parliamo alla fine di questo articolo, ma è ovviamente la cosa più naturale da fare.
Non sai l’inglese? Iscriviti a un corso per impararlo.
Ognuno di noi è unico anche nello stile di apprendimento. C’è chi è più visivo, chi più uditivo, chi è più logico (non apriamo la parentesi degli stili di apprendimento perché sono super interessanti, ma rischiamo di andare fuori tema).
Questo significa che ogni studente ha bisogno del suo percorso di studi, dei un insegnante che sia capace di capirlo e accompagnarlo a raggiungere i suoi obiettivi.
Ma prima ancora di pensare al proprio stile di apprendimento la cosa più importante da fare è valutare la propria motivazione. Prenditi un momento per capire cos’è ciò che ti spinge a iniziare queto percorso. Sembra una cosa un po’ inutile, ma ti assicuro che è la chiave di volta.
Un percorso linguistico è lungo e pieno di fasi alterne di entusiasmo per gli obiettivi raggiunti e di sconforto nei momenti dove ti sembra solo di sprecare il tuo tempo e…soprattutto i tuoi soldi.
Riflettere su questo punto e sul tempo a tua disposizione da impiegare in questo progetto ti aiuterà a costruire un piano di studi intelligente e sensato che ti porterà a raggiungere i tuoi obiettivi.
Per questo il primo step che chiediamo di fare ai nostri studenti è quello del “Questionario di candidatura”.
In queste poche domande hai la possibilità di raccontarci un po’ di te, parlarci dei tuoi obiettivi e della tua routine.
Partendo dalle tue risposte potremo costruire un percorso veramente “tagliato” su di te.
Compilare il questionario non significa obbligatoriamente iniziare un percorso linguistico, ma valutare se in questo preciso momento è una cosa sensata prendersi anche questo impegno.
Fissare degli obiettivi realistici da raggiungere.
E’ il primo passo di una lunga strada!